Non si parla più tanto di responsabilità. Ce n'era già poca in giro e quella che c'era se la sono già presa tutta. Vedremo cosa se ne faranno, il nonno e i ragazzi in gita in Toscana.
A me, nel frattempo, sono cadute un po' le olive. Con tutto il rispetto, che comunque è poco, mi hanno stufato: è che è sempre la stessa storia e da qualche anno ormai ho capito che se guardi una puntata de Il Tenente Colombo non ti puoi aspettare un finale a sorpresa. Quindi cambio canale.
Altrove non è che ci sia materiale più avvincente, ma almeno non so precisamente chi è l'assassino dopo il settimo minuto di trasmissione. Qualcuno direbbe che al settimo minuto, su quest'altro canale, non è nemmeno iniziata la sigla di testa. E allora?
Allora penso a me. Reazione normale, chiudersi nella vita privata di fronte alle delusioni della vita pubblica. Lo sta facendo anche Sara Tommasi che, come noto, è un po' il mio modello di riferimento.
Ma bando alle ciance. Si deve parlare di responsabilità, nel privato.
La novità è che me la sto prendendo. Metto trappole per gli scarafaggi e ogni mattina cerco di rimettere nell'armadio almeno una delle 3 maglie scartate di fronte allo specchio.
Poi c'è la responsabilità della propria felicità. Non so dare esempi concreti, ma fidatevi che faccio progressi anche su questa. I sentimenti, i sentimenti invece mi mancano. E' che so tenere pulita una casa, cucinare una pasta deliziosa - facciamo mangiabile; so prendermi i miei spazi, godere di me stessa, dire i miei no e i miei più tardi, ammettere che non mi sono impegnata poi tanto, ripetere qualche chi se ne frega, e sforzarmi di sussurrare un sei brava. Sì, sto diventando brava con me stessa.
Ma i sentimenti ancora mi mancano, gli altri mi mancano; la responsabilità di dire ti amo, amami, quella mi manca.
Però arriva. State collegati, tra poco arriva.
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