Non scrivo da un po' e infatti sono di pessimo umore. Oppure sono di pessimo umore perché non scrivo da un po'. Qualche giorno fa era l'anniversario della morte di Ian Curtis. Ho ritrovato questo, deprimente quanto basta per non sentirsi scollegati dal tempo. Metto l'inizio, chi ha voglia di leggere il resto, può chiedermelo sulla mia pagina Facebook.
Love will tear us apart
Il 18 maggio 1980 muore il cantante dei Joy Division. È un suicidio, Ian ha 23 anni. Lascia moglie, Debbie, una figlia e un’amante.
“Nat, lascia in pace quel cane. Nat, vieni, su”.
La bambina ha circa sei anni. Gli occhi di suo padre, i capelli della mamma, ma lisci. Nathalie è una bambina serena, alla fine di agosto inizierà la scuola, ma per ora non si fa troppe domande: guarda il mondo, gioca con i suoi colori e i suoi versi. Debbie pensa che, grazie a dio, questo è un buon segno. Troppa introspezione è un rischio. Troppa solitudine un danno. Non pensa troppo, continua il cruciverba. Aspettano David, passerà a prenderle per portarle a mangiare un hamburger e poi casa, nanna. Un buon segno.
“Hai una bambina molto bella”.
La sconosciuta ha una sciarpa viola. Il suo colore preferito. I capelli lunghi, un po’ troppo per essere alla moda. Un cappellino, un basco, colorato. È giugno, ma sente freddo e sotto porta solo un vestito di mussola e una maglietta presa un paio di anni prima durante una vacanza a New York.
“Oh, sì, è adorabile”.
“Vedo che le piacciono gli animali”.
“Sì, vorrebbe un cane, ma gli animali hanno bisogno di cure e lei è ancora piccola”.
Debbie non si volta. La sconosciuta non ha un accento del posto, ma non saprebbe dire di dove sia, anche se le vocali appena accennate e una tonalità che cresce sempre alla fine della frase le ricordano qualcosa. Continua a tenere d’occhio Nat, mentre la sconosciuta le si siede di fianco.
“Inizierà la scuola quest’anno, vero?”.
“Sì. Andrà alla Saint Marie, è vicina a casa ed è una scuola piuttosto buona, ma quando sarà più grande vorrei che andasse a Manchester. O a Londra, chissà”.
Osserva solo un po’ i ricami del vestito leggero, e la sciarpa di cotone che le ricade sulle cosce. Appoggiata, una borsa di cuoio, sembra costosa: strana donna. Deve essere nuova, pensa Debbie, forse la moglie di uno di quei dirigenti assunti da poco alla Carson.
“Lei è nuova di qui?”.
“Di passaggio”.
(continua)


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