mercoledì 29 maggio 2013

La torre

Un tempo scrivevo di tarocchi. La torre, ecco, della torre non mi pare di aver mai scritto. Vertigine e sepoltura, botta e caduta, chi butteresti dalla torre?, l'Irpinia, il Carso, il turista cinese che la regge con il braccio, il film a cui ti sei addormentato, il libro che era meglio, molto meglio.
Si parlava di torri, oggi, come se le scelte fossero tutte drastiche e le opzioni semplici, finite. Si parlava di sesso e amore: scegli tu, uno dei due per sempre. Sembra orribile. Invece no, non è orribile per niente. La cosa difficile delle scelte è scegliere. Se una scelta è per sempre, se le opzioni si escludono a vicenda, allora dove sta la difficoltà? Basta scegliere.
La cosa che spaventa della torre non è cadere, è decidere di buttarsi. E' il timore di perdere le opzioni che ci imprigiona. Solo che una volta fatta la scelta, perdiamo un'opzione, ma ne creiamo infinite altre. E' questo l'insegnamento della torre: se salti non perdi, se salti crei.
Insomma, Misery deve morire.

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