Sarà anche elegante, ma a me il riccio sta un po' sulle palle.
E' che anche io sono un po' così e questo non fa altro che aumentare il fastidio. I motivi sono diversi.
Prima di tutto perché, conoscendo i miei ricci, io mica mi faccio abbindolare: non siete timidi e no, non provateci, non siete nemmeno stupidi (non siete strabici, non siete dei casi di blando Asperger, non avete bisogno di un'altra visita dal vostro otorino di fiducia). Siete ricci e siete arroganti; o siete arroganti perché siete ricci. L'universo è troppo complesso per i legami di causa ed effetto.
Ma voi lo sapete bene, perché voi sapete di filosofia morale e fisica dei quanti, voi conoscete i meccanismi elettorali del Paraguay bene almeno quanto la ricetta dell'abbacchio a scottadito e, soprattutto, non avete mai perso una partita a Ruzzle.
Mi date fastidio perché riconosco e ammiro molto tutte le vostre doti. Ma poi vi vedo lì, chiusi dietro alle vostre spine, scettici con gli sconosciuti, cinici con gli amici ed è un vero fastidio; lo sapete: non c'è nulla di più fastidioso dell'arroganza di un riccio, soprattutto per un altro riccio.
Mia nonna lo dice sempre: chi si somiglia si piglia. Suppongo che abbia ragione, visto che voi ricci mi piacete sempre (cosa che non fa altro che aumentare la mia antipatia nei vostri confronti, sia chiaro). Quanto mi attrae lo scontroso, quello che fatica a parlarmi, quello che ha sempre più problemi di me o che sa comunque troppe cose per potersi dimenticare un po' di se stesso. Volete mettere un dolce coniglietto, una volpe furbetta, un ragazzo sveglio che ha addirittura il coraggio di sorridermi?
Certo, lo so benissimo e giuro che mi sforzo. E' che poi arriva questa corazza di spine - tendenzialmente muta - e io non riesco a vedere altro. Capace pure che ci amiamo silenziosamente per anni, continuando, ovviamente, a starci reciprocamente sulle palle.
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