domenica 5 ottobre 2014

Doppio sogno

Ti sogno quasi tutte le notti, come uno spettro, un residuo: quel piatto mangiato di corsa appena prima di dormire che sai anche tu che non dovresti, che sai già ti farà male. Mi appari quasi sempre sotto forme non volute, troppo vicine a quel che sei, o così lontane che quando mi sveglio mi illudo che mi stia passando.

L'altra notte ho sognato un treno, un'alba che si accendeva veloce come le luci di un club in periferia. Nelle mie scorribande notturne avevo perso una borsa e la città si muoveva come sul tapis roulant di un aeroporto. Ti cercavo. Non era la borsa, non era il treno che, comunque, avrei perso. Non era l'uomo che avevo baciato forte, sul divano e sotto le coperte, o i polsi stretti fino a fare male, un grido che cazzo, stai attenta che ti possono sentire. Ti cercavo come il risveglio, le unghie strette nei pugni: solleva una palpebra adesso, non la senti la pancia che brucia, non la senti la sete?

Quando ho aperto gli occhi la stanza era invasa di cuscini. Suonava una bossanova come in filodiffusione e dalla porta aperta del bagno l'ombra di un uomo si guardava allo specchio. Qualcuno avrebbe giurato fossi tu.


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