martedì 29 aprile 2014

Il profumo dello sporco



“In the spring, at the end of the day, you should smell like dirt.” — Margaret Atwood

- Sto facendo le pulizie di primavera.
- E' per questo che non mi parli?
- No, quello è a capodanno. Si buttano le cose vecchie. In primavera non si butta, si toglie lo sporco, e si vede quel che resta.

lunedì 28 aprile 2014

Dieci segni che un uomo sta flirtando con voi

Mi piacerebbe dire che questo è un post sponsorizzato, ma l'amico che mi ha chiesto di scriverlo ha un mutuo da pagare. Con pochi soldi, ma molta voglia di aiutare le donne, Alessandro mi ha chiesto di aiutarlo a farci capire quali sono i Dieci segni che un uomo sta palesemente flirtando. Si tratta di un articolo che, tra l'altro, va un po' contro alla mia teoria secondo la quale un uomo ci sta sempre provando: perché la carne è debole, perché l'uomo è cacciatore, perché sarebbe scortese, perché non si sa mai, perché tanto poi al massimo le dico che ho ancora in testa la mia ex, che ho la gonorrea, che lei merita di più. O semplicemente perché noi siamo irresistibili. Ma siccome amo il dibattito e siccome ho qualcosa da farmi perdonare, ecco la mia versione, tradotta e personalmente commentata, dell'articolo che il mio amico pubblicizza tanto:
  1. Sorride, il cuor contento. Un sorriso non costa nulla, ma vale moltissimo. Sono d’accordo, però non aspettatevi lo champagne al secondo appuntamento. Magari una vaporella al quinto anniversario, se ci arrivate.
  2. Arrossisce: l’emozione di vedervi comporta un maggiore afflusso di sangue al volto. La mia idea era che l’afflusso dovesse essere direzionato altrove, ma vabbe’.
  3. Vi guarda negli occhi più a lungo del normale. Peccato non avere informazioni su quelli che vi guardano il sedere più a lungo del normale.
  4. Fa mirroring, che ho scoperto non essere uno sport estremo o una di quelle pratiche che cambierà per sempre il vostro rapporto con il Vetril e il panno in microfibra: una persona fa mirroring quando rispecchia i vostri gesti e i vostri atteggiamenti fisici. Passate la serata a leccarvi il rossetto o a sfiorarvi lascivamente i seni. Così, per vedere di nascosto l’effetto che fa.
  5. Tiene le mani sui fianchi, o in tasca, oppure gioca con la fibbia della cintura, con l’elastico degli slip. Questa avrei preferito saperla solo dopo l’ultimo incontro con quel cugino sacerdote che indossa jeans neri e slip di Calvin Klein.
  6. Vi tocca. E se non vi viene spontaneo rispondere con una pizza in faccia, probabilmente dovreste dargli una chance.
  7. Piega la testa verso di voi. È un segno che vuole ascoltare con attenzione ciò che dite. Non illudetevi: questo non significa che se ne ricorderà ancora dopo sei anni. O sei minuti.
  8. Le pupille dilatate. È più facile che sia sotto l’effetto di stupefacenti, ma se il vostro boy non fuma nemmeno, allora è amore vero, e comunque smette quando vuole.
  9. Alza le sopracciglia. Gli avete appena detto che portate mutandine con i sette nani?
  10. Sembra agitato, si mangia le unghie, fa in mille pezzi i sottobicchieri della birra, tamburella nervosamente le dita sul volante? Arriverà un momento in cui vi dirà che lo fate sentire inadeguato e voi gli risponderete che effettivamente è inadeguato. Sarà l’inizio della fine, però adesso vi ama, toglietevi dalla testa l'idea che abbia la sindrome di Tourette.
Ecco, ora che avete finito, vi consiglio di dare un'occhiata all'originale. E' corredato di foto di uomini dall’espressione ebete. L'obiettivo è farvi pensare non solo che non siete irresistibili, ma anche che quei dieci pirla con le pupille dilatate e l'onicofagia che ci proveranno con voi non sono nemmeno capaci di farsi un selfie decente. Non credeteci.


lunedì 14 aprile 2014

Splendido splendente

Era il 28 novembre 2009 e tutto andava bene, in particolare tra i fornelli



Un gruppo di 340 ricercatori dell'Università di San Diego ha scoperto che è meglio non pulire troppo le ferite: un po' di terriccio, della polvere o vario ed eventuale schifo aiuterebbero, anzi, la cicatrizzazione.
 E poi è meglio non lavare troppo i bambini, per evitare che sviluppino allergie e intolleranze. Se non avete mai sentito di un ghanese allergico alla Nutella, probabilmente non è perché la Ferrero non esporta in Ghana, ma perché questo da piccolo non veniva immerso nel Napisan due volte al giorno dopo aver mangiato latte sciacquato nell'Amuchina.

Mi sembra ragionevole. Qualche giorno fa ho letto che una donna si spalma su corpo e capelli in media 515 agenti chimici. Ogni giorno. A casa mia ci sono più prodotti anti calcare che pacchi di pasta.

Non stiamo forse esagerando un po' con questa storia della pulizia a tutti i costi?
E non lo dico per giustificarmi di un certo lassismo nella routine di lavaggio dei fornelli (che, d'altra parte, ho usato solo 2 volte in 4 mesi). Lo dico perché in alcuni momenti mi convinco che abbiamo sviluppato una pericolosa tendenza alla pulizia estrema in tutti gli ambiti della nostra esistenza.

Giorni fa una mia amica si lamentava di sentire un'insana tensione verso lo sporco. E mentre lei se ne rammaricava, io gioivo per lei dietro al mio cappotto bon-ton appena un po' impolverato. Quella che secondo il suo giudizio è una pericolosa china verso il degrado e l'umiliazione, per me è solo la vita che inizia a irrompere, l'istinto che reclama attenzione, lo sporco attorno alla ferita che aiuta la cicatrizzazione.

Sulle nostre anime si deposita pulviscolo che noi cerchiamo in modo ossessivo di lavare via, per paura che si incrosti e non ci permetta più di riconoscere la nostra figura sui pavimenti a specchio delle nostre vite perfette. E' fatto dalle cose che ci sporcano, che ci fanno ingrassare o ci umiliano, che non ci piacciono o ci addolorano, che grattano e graffiano. Sono le sofferenze, ma anche le passioni, il sesso fuori da ogni giudizio, le pellicine che sanguinano e le porte in faccia.

Non che io auspichi un rotolarsi nel fango dei nostri istinti più bassi, no. Io certo consiglio di tener sotto controllo l'istinto a rosicchiarsi le cuticole, così come di evitare traumi da porta blindata al lobo frontale. Ma dico anche che lo sporco è parte della nostra vita e che non è disinfettandoci da tutto ciò che ci sembra oscuro o pericoloso o maligno che vivremo un'esistenza sana e felice.
La natura è più saggia di noi e alcune ferite dell'anima, forse, possono guarire meglio se non ci disinfettiamo. Forse lasciare che un po' di brutture o bassezze ci si posino addosso non solo non ci fa tutto il male che il nostro pulito io teme. Forse è addirittura la cosa che ci può salvare.

Ci penserò su. E non nascondo che la possibilità di diventare allergica alla Nutella perché uso troppa Amuchina avrà un certo peso nella riflessione.

venerdì 11 aprile 2014

Fiori


Quando fioriva il calicanto ne ascoltavo l’odore senza respirare troppo. Avevo paura che il suo profumo oscurasse le tue parole, dette piano, mutevoli.
Quando fioriva il calicanto avevo paura.

Quando il calicanto sfioriva, vedevo fiorire la magnolia con la meraviglia di un nuovo racconto: era la storia brevissima di un amore che non finisce mai. Si aprivano i fiori, eravamo ciechi nell’istante che non lascia spazio a nulla.
Quando fioriva la magnolia avevo gli occhi chiusi.

E poi sono fioriti i ciliegi e sui rami di magnolia ho appeso un braccialetto: la gazza non l’ha rubato, la pioggia non l’ha sciolto. I petali bianchi coprivano i nostri piedi nudi e tu eri così forte che già sentivo il sapore dolce dei frutti.
Quando il ciliegio non è sfiorito, ti baciavo senza aspettare.

martedì 1 aprile 2014

Il polmone d'acciaio

Eliot

L’unica cosa che posso fare è scrivere. Mi ricordo alcune immagini della mia infanzia: persone in un polmone d’acciaio. Non se ne vedono più. Forse sono guariti tutti, o non vanno più di moda.
La differenza è che nel mio caso è la testa che è chiusa nel polmone d’acciaio. E il polmone la tiene in vita. Così bloccato, al pensiero resta solo una via d’uscita: le parole, scrivere la salvezza.