lunedì 21 ottobre 2013

A/B Normal

Nel mondo della pubblicità, l’A/B testing è una metodologia che permette di decidere quale variante di una comunicazione raggiunge meglio l'obiettivo. Le due varianti vengono somministrate a due gruppi diversi ma omogenei di pubblico e quella che dà i risultati migliori viene poi scelta come definitiva e utilizzata sulla totalità dall’audience.

Per farla semplice, con l’A/B testing capisci se è meglio mettere il bottone “Registrati”  in basso a destra o se la foto con lo sfondo blu ti farà fare più soldi di quella in bianco e nero.
In breve, è un modo per non prendere decisioni.
Un modo per farle prendere agli altri.
Praticamente il paradiso del maschio tra i 25 e i 40 anni.

Capito la svolta?
Con questa tecnica non sei tu a decidere che cosa sia meglio per te (il tuo sito, la tua campagna di pubblicità, la tua iniziativa di raccolta fondi per diventare Presidente degli Stati Uniti, la tua relazione problematica con la suocera); con questa tecnica lo fai decidere agli altri. Tu devi solo definire l’indicatore sulla base del quale, a un certo punto, l’opzione A prevarrà sulla B o vice versa: vendite di pannolini per i primi passi, calo significativo dell’effetto serra, felicità in genere.


Vorrei rinascere in un’epoca in cui l’A/B testing sarà uso comune anche per le scelte solide della quotidianità: un universo dove un’Olivia prende il 2 e l’altra la verde e la prima che arriva a Lanza compra i biglietti per il prossimo Cyrano, che verrà visto da una delle due, mentre l’altra uscirà con quel tipo che un po’ le piace, sì, ma non la convince fino in fondo e quindi non sa se val la pena saltare la prima di Cyrano con la zia che viene a trovarla dall’Umbria per uscire con un tipo che non è che le piaccia poi molto.

Insomma, una vita così, dove non sbagli mai. O se sbagli, almeno lo sai. Perché il problema delle decisioni, nella vita reale, non è tanto che devi prenderti la responsabilità di prenderle. Non puoi stare in eterno nel mezzo di un incrocio, questo lo sanno anche i bambini di quattro anni. Il problema, nella vita reale, è che una volta che scegli di prendere una strada non puoi sapere come sarebbe andata se ne avessi presa un’altra.
Anche tutta la faccenda del meglio un rimorso che un rimpianto, se ci pensi bene, non ha nessun senso. E' tutta un'illusione a posteriori. Che differenza c'è tra il rimpianto per non avere preso il tram e il rimorso per essere salito sulla metro? Nessuna. E lo sai. Ed è così che ti arrabatti tra paure, divinazioni, buoni consigli e cattivi esempi. Perché non c'è differenza tra un rimorso e un rimpianto e soprattutto perché non puoi fare un A/B test nella vita reale.

Che poi, lo confesso, ogni volta che penso a A/B testing mi viene in mente questo:


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