Per farla semplice, con l’A/B testing capisci se è meglio mettere il bottone “Registrati” in basso a destra o se la foto con lo sfondo blu ti farà fare più soldi di quella in bianco e nero.
In breve, è un modo per non prendere decisioni.
Un modo per farle prendere agli altri.
Praticamente il paradiso del maschio tra i 25 e i 40 anni.
Capito la svolta?
Con questa tecnica non sei tu a decidere che cosa sia meglio per te (il tuo sito, la tua campagna di pubblicità, la tua iniziativa di raccolta fondi per diventare Presidente degli Stati Uniti, la tua relazione problematica con la suocera); con questa tecnica lo fai decidere agli altri. Tu devi solo definire l’indicatore sulla base del quale, a un certo punto, l’opzione A prevarrà sulla B o vice versa: vendite di pannolini per i primi passi, calo significativo dell’effetto serra, felicità in genere.
Insomma, una vita così, dove non sbagli mai. O se sbagli, almeno lo sai. Perché il problema delle decisioni, nella vita reale, non è tanto che devi prenderti la responsabilità di prenderle. Non puoi stare in eterno nel mezzo di un incrocio, questo lo sanno anche i bambini di quattro anni. Il problema, nella vita reale, è che una volta che scegli di prendere una strada non puoi sapere come sarebbe andata se ne avessi presa un’altra.
Anche tutta la faccenda del meglio un rimorso che un rimpianto, se ci pensi bene, non ha nessun senso. E' tutta un'illusione a posteriori. Che differenza c'è tra il rimpianto per non avere preso il tram e il rimorso per essere salito sulla metro? Nessuna. E lo sai. Ed è così che ti arrabatti tra paure, divinazioni, buoni consigli e cattivi esempi. Perché non c'è differenza tra un rimorso e un rimpianto e soprattutto perché non puoi fare un A/B test nella vita reale.
Che poi, lo confesso, ogni volta che penso a A/B testing mi viene in mente questo:


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