giovedì 6 marzo 2014

Ancora tu!

È ancora una giornata grigia e gli alberi sono ancora grassi di pioggia. Passa un tizio che fa jogging, un cane gli corre accanto. Giorgio è in ritardo. Guarda la vetrina dei televisori per distrarsi, guerra e pailettes. Sbdaiglia, alza lo sguardo, lei è lì, appena dietro il vetro seduta su due enormi casse Bose. Porta un cappottino verde che aveva provato una volta in un negozio e poi non aveva comprato; per il resto è uguale a lei.

“Ciao”.
“Ma… tu sei... tu? Cioè io?”.
“Sì sono io, cioè tu”.
“Wow".
"Sì sono piuttosto in forma".
"Che ci fai qui?"
“Non hai niente di più importante di cui parlare?”.
“Perché sei in una vetrina di negozi di televisori?”.
“E questo ti sembra più importante?”.
“Non lo so, sono un po’ confusa”.
“Che cosa hai fatto in questi giorni?”.
“Le solite cose. Sto aspettando Giorgio, andiamo da un cliente oggi”.
“Aspetta un po'. Giorgio qual è?”.
“Il mio capo, quello dell’agenzia”.
“Stai ancora in quell’agenzia?”.
“Perché tu no?”.
“L’ho lasciata tre anni fa. Non la sopportavo più”.
“Gia, nemmeno io”.
“Appunto".
“Inutile che fai ironia. Non ho trovato niente di meglio”.
“Certo”.
“Stai facendo ironia. Ancora".
“Il giorno che sono uscita dall’agenzia ho conosciuto una persona, quello dopo ho visto un annuncio. Poi ho deciso di partire”.
“Partire?”.
“Hai sempre voluto andare in Australia, no?”.
“Già”.

Sorride da dietro il vetro, tira il bavero un po’ più su.
“Quindi hai lasciato il lavoro, ignorato quella persona, non hai risposto all’annuncio…”
“Sì, e sono partita per l’Australia”.
“Come è stato?”.
“L'Australia è sopravvalutata”.
“Quindi ho fatto bene a non partire?”.
“Non lo so. Tu che dici?”.
“Alla fine siamo tutte e due qui, ora.”.
“Infatti”.
“E la persona che hai ignorato che fine ha fatto?”.
“Ecco, non è proprio corretto. Non l’ho ignorato”.
“Però sei partita”.
“Sì. A lui non importava molto, del resto. Aveva una fidanzata molto bella.”.
“Ah”.
“Comunque mi telefonava ogni tanto. Dalla casa della fidanzata. Le fidanzate molto belle spesso sono anche molto ricche, soprattutto le bionde”.
“Io ho provato a farmi bionda la primavera scorsa”.
“Occristo”.
“E’ durata poco. Ma dimmi come è andata con questo tizio?”.
“Lo sto aspettando. Dobbiamo fare una cosa insieme”.
“Ora siete amici, quindi?”.

Ride.
“Tre anni lontane e non hai capito niente eh?”.
“Perché? Una donna e un uomo non possono essere amici?”.
“Ma ti senti? Chi sei, Shirley Temple?”.
"Ma chi sei tu! Ti presenti nella vetrina e inizi a sputare sentenze! Io nell'amicizia ci credo".
"Certo, vabbe. Comunque non è il nostro caso".
“Ha lasciato la fidanzata?".
"Più o meno".
"E che cosa dovete fare oggi?”.
“La vedi quella banca?”.
“Certo che la vedo. Che significa?”.
“Stanne lontana”.
“Volete rapinare la banca?”.
Sorride ancora. “Mi pare che quello sia Giorgio”.
“Sì, è la sua macchina.  Ma che cosa dovete fare in banca?".
“Corri, va’, sta bloccando tutto l’incrocio quell'imbranato”.

Si volta, Giorgio picchietta sul clacson, un tizio su un furgone lo insulta a gesti.
"Ok, allora, vado che è meglio. Ciao eh eh..."
"Ciao, tanto ti ritrovo quando voglio".

“Sì ma la banca? Che cosa vuoi fare in banca?”.
“Te l’ho detto, Silvia, che gli piacciono le donne ricche”.



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