giovedì 4 luglio 2013

Il dodici del mese

Usciamo dalla Galleria, tu mangi il gelato, io ti guardo da sotto il tuo braccio: la camicia bianca un po’ appiccicata, una macchia di cioccolato, un baffo. Il caldo sale dal selciato. Te lo tolgo con un dito e  la prossima volta, giuro, sarà con un bacio.
Poi ci sono gli altri.
C’è il signore con il loden che tiene un cagnolino piccolo a un guinzaglio lungo, la donna sui tacchi che si chiude nella sciarpa fatta a mano, un tram verde, lontano, da cui è scesa una scolaresca che cammina ordinata verso l’entrata della chiesa. C'è un vigile seduto sui gradini e dico forse non potrebbe e tu dici forse è in pausa, guarda come fissa il cartellone del Martini, la mortadella.
Mi hai regalato dei sandali piatti, l’altro giorno, per la festa del tuo compleanno. Sono comodi e sono comunque più alta di loro, di tutti. Tu sei un gigante che ride e indica un’insegna colorata. Poi sentiamo un botto, il cane abbaia, il vigile corre, i bambini nella chiesa non fanno nulla. E noi siamo gli unici che non sentono freddo, guardando verso piazza Fontana.

2 commenti:

  1. di cosa hai iniziato a farti? cmq, sulla fiducia, quassi cosa sia la dai anche a me :-D
    probabilmente è il succo del post ma non me ne riesco a fare una ragione: perché ci sono tutte le stagioni?

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  2. Te la darei, ma è solo la fantasia che nasce dalla noia. E' questa che ci salva, come l'amore. La magia delle 2 stagioni, dei due tempi in uno, è solo effetto dell'amore che ferma il tempo e ci protegge dal mondo che esplode, permettendoci di di sopravvivere. Sopravvivere per raccontarla.
    Ecco, più o meno è così.

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