venerdì 19 luglio 2013

La condizione dell'anatra

In questo giorno caldo e barboso, riprendo un post sconclusionato ma saggio, da leggere con indefessa attenzione, del dicembre 2010.
Siamo anatre o usignoli?



Quando leggi Internazionale, anche la situazione politica del Madagascar improvvisamente sembra importarti davvero. Poi non sempre riesci a leggere tutto. Ma spesso - come un silenzio impone il suo significato più di tanti discorsi - è proprio quel che non leggi a colpirti di più. Così, da un articolo che non ho letto, ho iniziato una serie di riflessioni.

La prima è una meta riflessione. Perché diamine non ho letto questo articolo, se le tre righe in grassetto a commento della foto in terza pagina mi hanno colpito così tanto?

La seconda è una risposta. Credo abbia a che fare con l'abitudine a internet. Attenzione ipertestuale: trovi una cosa interessante e la segui. Sta plasmando il modo di leggere, pensare, scrivere. Sono certa che ci siano studi al riguardo. Ora lo Googlo.

Per la terza aspetto qualche ora, nel frattempo faccio la ricerca, vinco per 6 a 5 a calcionelcorridoio e penso (senza successo) al regalo di Natale per l'amico che ha tutto.

La terza è: siamo anatre o usignoli? La frase che mi ha colpito dice, parafraso, che l'anatra nuota, vola e canta, ma non nuota come un delfino, non vola come un'aquila né canta come un usignolo. C'è chi è felice di essere un'anatra, sa fare tutto pur non brillando in nulla e chi, invece, è felice di essere un usignolo.

Il punto è che questo è un mondo per anatre. Le anatre si arrabattano. Sanno di non essere speciali in nulla, ma nulla sfugge loro: pescano, urlano, si nascondono tra i cespugli, controllano la mail, recitano a progetto. Si salvano anche alcuni usignoli fortunati che, catturati in gabbie dorate, sono liberi di passare la vita a cantare.
La maggior parte di loro, invece, canta a stento nel sottobosco e finisce in casseruola. Poi, certo, anche le anatre finiscono in casseruola. E i delfini nelle scatolette di tonno. E le aquile? Loro volano da un albero all'altro, regali controllano il territorio.
Sai che barba.

Mi sono dimenticata la quinta riflessione.


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