Lunga. Se devi trovare un aggettivo per descriverla, è "lunga". Gambe lunghe abbronzate su una faccia che resiste alla frangetta, semplicemente lunga. Assomiglia a Charlotte Gainsbourg, gli occhi dimenticati nel portapillole sul comodino.
Lui è largo. Orizzontale, diresti, con quegli occhi tagliati di sbieco. Gli cadono di lato due ciocche nere: indicano le spalle dritte, appoggiate appena su quelle di lei. Vorrei conoscerti meglio, le dice baciandole i lobi delle orecchie. Lei tace, sorseggia vino bianco e fissa il fermacarte a forma di piramide sul tavolino di fronte.
L’altro è sbieco, con una barba mal fatta, troppo alto, troppi nodi tra i capelli, nelle articolazioni. Porta il vassoio in modo traballante, una birra enorme per lui, un altro bianco per lei. Lo distrae una parola lontana, la tua battuta che mi fa ridere, sua sorella, gli occhi di lei che per un momento ritornano, incollati sul bicchiere e poi densi verso quelli dell'altro. E tutto riprende forma.
Asolta i suoi consigli sulle vacanze, parte la musica, passa uno straccio sul tavolo a fianco, si alza per andare in bagno. Noi che ridiamo, il cantante che parla, lui che si tocca le ginocchia, lei che non torna. E l'altro. Lo ha cercato per non trovarlo: è dietro al bancone che ripulisce le gocce perse di un Campari, ed è pericolosamente vicino al suo collo.
martedì 18 giugno 2013
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