martedì 12 marzo 2013

Nati per raccontarla

Questa è per il mio compagno di ufficio, con Roland Barthes sulla scrivania e una marea di cazzate sulla bacheca.
Era ottobre, o forse settembre. Era il 2009.


Ci raccontiamo storie.
E' un discorso che si riallaccia un po' a quello della speranza. Abbiamo bisogno di essere protagonisti di una storia. Questo, più o meno, è la speranza.
E la vita sembra appartenerci davvero proprio nel momento in cui sentiamo che sta iniziando una nuova storia. Possiamo essere i protagonisti, i narratori o anche solo il coro, pronto a intervenire al momento giusto. Ma dobbiamo essere nella storia.
E' questo che ci fa luccicare lo sguardo quando incontriamo un nuovo amore: la possibilità che l'incontro dia vita a un nuovo filone narrativo che ci riavvicini all'essenza della nostra storia; per questo ci batte il cuore quando iniziamo un nuovo lavoro, cambiamo casa, progettiamo un viaggio. Sono gli snodi narrativi che ci ricordano che la vita è un racconto, sempre, anche quando sembriamo persi in noiose descrizioni di paesaggi, in sterili flussi di coscienza.
Sì, siamo nati per raccontarla, o per raccontarcela.
E ogni tanto è anche una bella storia.

Nessun commento:

Posta un commento