mercoledì 4 febbraio 2015

Prezzemolo e finocchio

Essere superstiziosi porta sfiga, diceva Woody Allen. Non è vero, ma ci credo, rispondeva Maurizio Di Bella.

Tornata dal mio primo viaggio in Asia, ho letto Un indovino mi disse, di Terzani. In Asia c'ero andata in aereo e, al massimo, avrei potuto scrivere Un ladyboy mi disse.
L'ultima volta che sono stata a Parigi ho cercato il caffé dove Jodorowsky legge i tarocchi, il martedì. Però era giovedì e c'era solo un vecchio che leggeva Le Monde, in silenzio. Non dicevano molto nemmeno i fondi del mio caffè: costava due euro e cinquanta e non era per niente buono.
A Bali non mi hanno convinto a cercare Mr Ketuk che ha letto la mano a Julia Roberts: c'era un ristorante vegano da provare e un negozio di gioielli troppo belli da guardare.

In Calabria non ci sono mai stata, ma oggi ho scoperto che in Calabria ti tolgono il malocchio. Si fanno il segno della croce, dicono qualcosa tipo Santarosoliachelinvidiaportivia e poi preparano un pinzimonio in un piattino di terracotta azzurra.
Quando me l'hanno proposto ho ponderato il mio bisogno di riconnettermi con il primo chakra, ho ripensato a Terzani, alla psicomagia e a quando abitavo dalle suore in Piemonte (il massimo della mia esperienza mistica nell'ambito della tradizione cristiana). Alla fine mi sono fatta coraggio e ho accettato. Aspetto ancora di sentire gli effetti di lungo termine, ma nel breve posso dirvi che il potere apotropaico della bagna cauda vince su tutta la linea.


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