Un errore è per sempre. I nostri errori non ci lasciano mai veramente, perché loro, in fondo, ci amano; loro (loro sì) non ci lascerebbero mai.
L'altra sera preparavo il tiramisu a casa di Maria Giovanna.
Parlavamo e io montavo gli albumi. Con il tiramisu ho sempre l'ansia degli albumi: di solito ne metto due per tre tuorli, ma è una proporzione delicata e ogni volta che aggiungo gli albumi montati a neve ho sempre paura che siano troppi, e annacquino, o siano pochi e non si sentano. Quella sera parlavo con Giovanna e l'unica cosa su cui ero concentrata era la sezione aurea degli albumi a neve; così quando ho messo il marsala, la mano è stata un po' pesante. Avevo così paura di annacquare il tiramisu con troppi albumi, che alla fine ho esagerato col liquore.
Quella sera, a casa di Maria Giovanna, ho sbagliato il tiramisu perché gli albumi erano perfetti.
Succede sempre così. Succede che sbagli come un imbecille una volta, due, per anni. Succede che ti accorgi e che hai così voglia di non sbagliare più che non fai altro che ingegnarti per evitare di commettere lo stesso errore. Conta solo quello: non conta essere felici, fare un buon tiramisu, non conta nemmeno non sbagliare: conta solo non fare Quell'errore. E così la tua vita, per non sbagliare, diventa l'Errore.
Finché non arriva Maria Giovanna e ti toglie la bottiglia di marsala dalle mani.
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