domenica 28 ottobre 2012

Anniversari


Ho ritrovato questo. E oggi è il giorno perfetto per pubblicarlo.
Mi manchi, ancora.
Olivia



Giocavamo a palle di neve. Millenni fa, ormai. Non portavi più i pantaloni corti. Tua madre, però, portava ancora la pelliccia.
Per riscaldarci hai bruciato un cestino: è stato stupido, ma lo ricordiamo ancora. Quando passo di lì sorrido e ripenso al nero che ha macchiato per mesi i sanpietrini. Un nero caldo di riso e trasgressione. Ora è tutto bianco di ghiaccio.
Mancano anche i cigni. Sono finiti glassati su una torta nuziale. Non manca Annie Lennox, l'ho vista in un video e assomiglia a un uomo. Che cosa vuoi che ti dica ancora? Stanno tutti bene, chi più chi meno. Io meno, ma è così per tutti.
Sono qui che macino e scrivo. Mi chiudo in silenzio, non lavoro tanto e quando esco sorrido anche se dentro piango. Mi manca una casa con il camino e il tavolo da ping pong, mi manchi tu e una manciata di altre persone. Mi mancano i luoghi che non ho visto e i boschi dove camminavamo. E Central Park e le grida dei gabbiani.
Sto per partire per un nuovo viaggio, così potrà mancarmi un nuovo posto, potrò sentirmi ancora sola lontano da tutti e felice di esserlo. Potrò correre in costume e festeggiare sotto una nevicata di stelle. Sarò felice per un po' e, tornando, mi butterò sotto il piumone per sentirmi calda come il ripieno di una crostata sotto una coltre di panna montata.
Ho visto uno spettacolo teatrale, ieri. Uno che ti sarebbe piaciuto, che ti avrebbe fatto dire no basta. Hanno parlato di Genova e ho applaudito pensando anche alla tua faccia sporca di sangue. Saresti stato lì con me ad applaudire, forse saresti stato dall'altra parte. Lo eri. Da quella di chi si arrabbia e lavora, di chi ci prova. Perché hai abbandonato?
Non sono polemica. Solo curiosità: anche io navigo tra il prendere e lasciare; indignata indolenza. Sono avara con la vita, ultimamente, ma sto pensando a dei regali di Natale molto generosi. Mi faccio del male, giudico male, scrivo cose che non dovrei, non dico quello che vorrei. Vedi, ti faccio arrabbiare, ma del resto sei così in debito di arrabbiatura nei miei confronti che non ti puoi lamentare. 
Dicono che ci siano autostrade e mulattiere, che sia come guidare di notte con i fari bassi. Poi a casa ci arrivi, dicono. Dipende da cosa ci trovi; a casa, dico: gente mascherata e musica bella, una spaghettata e un bagno in piscina, un caminetto e un tavolo da ping pong, tutti i gabbiani sulla riva dell'oceano. O tutta le gente che ti manca, tutta quella che non hai mai avuto.
Mandami un'anteprima. Se ci riesci, mandami un sms. Io lo aspetto.

sabato 27 ottobre 2012

Le regole

Regola di economia domestica n. 1: non girare il caffè con le fette biscottate Pan Monviso

Regola di orienteering urbano n. 1: se l'autista della 91 ha sbagliato strada, vuol dire che sei sulla 92

venerdì 26 ottobre 2012

Non si finisce mai di sbagliare

Un errore è per sempre. I nostri errori  non ci lasciano mai veramente, perché loro, in fondo, ci amano; loro (loro sì) non ci lascerebbero mai.
L'altra sera preparavo il tiramisu a casa di Maria Giovanna.
Parlavamo e io montavo gli albumi. Con il tiramisu ho sempre l'ansia degli albumi: di solito ne metto due per tre tuorli, ma è una proporzione delicata e ogni volta che aggiungo gli albumi montati a neve ho sempre paura che siano troppi, e annacquino, o siano pochi e non si sentano. Quella sera parlavo con Giovanna e l'unica cosa su cui ero concentrata era la sezione aurea degli albumi a neve; così quando ho messo il marsala, la mano è stata un po' pesante. Avevo così paura di annacquare il tiramisu con troppi albumi, che alla fine ho esagerato col liquore.
Quella sera, a casa di Maria Giovanna, ho sbagliato il tiramisu perché gli albumi erano perfetti.
Succede sempre così. Succede che sbagli come un imbecille una volta, due, per anni. Succede che ti accorgi e che hai così voglia di non sbagliare più che non fai altro che ingegnarti per evitare di commettere lo stesso errore. Conta solo quello: non conta essere felici, fare un buon tiramisu, non conta nemmeno non sbagliare: conta solo non fare Quell'errore. E così la tua vita, per non sbagliare, diventa l'Errore.
Finché non arriva Maria Giovanna e ti toglie la bottiglia di marsala dalle mani.





mercoledì 24 ottobre 2012

Tremate, tremate: le olive son tornate

Tempo fa avevo un blog, ma poi me l'hanno ucciso. Aveva il suo seguito, piccolo ma fedele. L'avevo abbandonato da un po', me ne sarei dovuta accorgere prima, come è possibile che non ci sia più. Mea culpa.
Metterò, qui, qualcosa di quello che è sopravvissuto tra i backup dei backup, qualche brano che ancora mi rappresenta, o non mi rappresenta più, ma che amo ancora.  E poi continuerò.
La veste è rinnovata, i tempi sono cambiati. La prima novità è che da oggi avrò un nome e un cognome. Seguitemi.
Vostra,
Olivia De Martini