Di solito ritraggono frutteti in fiore o bambini nudi che limonano cuccioli di cane e riportano, sovraimpressi, dei motti di spirito dall'alto valore motivazionale, spesso scritti in Comic Sans o in un carattere che ve lo farà rimpiangere, il Comic Sans. Non che abbia mai verificato le fonti, ma normalmente sono attribuite a un filosofo dal nome francese, a un dalai lama a scelta, o a mio cugino di Abbiategrasso.
Oggi ne ho trovata una che mi ha colpito particolarmente. Ve la faccio breve (e in Helvetia). Dice: "se una persona ti vuole, ti cerca; se le manchi, almeno un what's up te lo manda".
Niente da eccepire, per carità. Però noto un inquietante vizio logico.
Diciamo che io voglio vedere se Tizio mi cerca, quindi non solo non lo chiamo, ma non gli faccio nemmeno un like sulla foto del suo ultimo scatto #nofilter #solocosebelle. Ne ho tutti i diritti, per carità: vediamo che fa Tizio. Magari mi manda dei fiori in ufficio.
Magari.
Ma magari Tizio ha letto la stessa massima sopra il cielo del crepuscolo di un'isola polinesiana e quindi pensa: "Oh, vediamo un po' sta Olivia se mi pensa. Col cavolo che le faccio like sul selfie in costume da bagno e la spalla panata nella sabbia del Salento".
Così passano i giorni, io mi lamento con le amiche e Tizio si strugge giocando a Pes.
Ma la voglia di vivere prima o poi torna, perché in fondo ci siamo visti solo due volte e, sì, un po' ci manchiamo, ma non abbastanza per andare contro i dettami del Dalai Lama: siamo persone con dei principi, noi. (Era anche per questo che mi piaceva tanto, sigh). Così, quando le pulsazioni e la fame nervosa si calmano e il tasso di verifica delle notifiche sull'iPhone torna nella norma, un giovedì sera qualunque, ci incontriamo al Cape Town. Perché il destino è cieco, ma alla fine a Milano sono sempre quei quattro locali che vanno.
"Guarda Sabri, c'è quello che non si è più fatto sentire. Che vergogna. Per fortuna non ci sono stata, pensa come starei male adesso!".
"Oh, girati, quella è la stronza che non c'è stata. E poi manco un messaggio per ringraziarmi del sushi. Sessantotto euro buttati nel cesso". La serata passa e nemmeno ci salutiamo: io sono troppo impegnata a fingere di flirtare con un designer di ventidue anni, mentre lui nemmeno finge di provarci con la biondina seduta sul marciapiede.
E a nessuno dei due viene da chiedersi come sarebbe andata se solo il Dalai Lama, o mio cugino di Abbiategrasso, si fosse fatto i cazzi suoi.
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| Foto Credit: Belle Scritte |

